Jakob Johann von Uexküll
Quinto figlio di una famiglia aristocratica, Jakob Johann von Uexküll (1864-1944) è stato un biologo e zoologo estone di lingua tedesca. Considerato il fondatore dell'ecologia e uno dei pionieri dell'etologia, Uexküll ha avuto il chiaro obiettivo di mettere in crisi un diffuso pregiudizio antropocentrico, ovvero quello per il quale le specie diverse dal sapiens condividerebbero con questa il medesimo spazio senso-motorio. Stando a una simile concezione, le nostre modalità di azione e percezione diventerebbero il punto di riferimento attraverso il quale guardare alla vita di ogni altro organismo. Ma ciò che Uexküll è riuscito con successo a mostrare è che ogni specie animale non condivide lo spazio senso-motorio di una qualsivoglia altra specie, perché ognuna di queste ha una propria Umwelt.
Tradotto di solito con "ambiente" o anche con "mondo circostante", la Umwelt di una specie è il mondo di stimoli salienti percepiti dall'organismo, e con i quali (e solo con questi) l'organismo si rapporta. Per intendersi: l'ambiente di una zecca canina prevede quale stimolo particolarmente saliente l'odore dell'acido butirrico (proveniente dal sudore dei mammiferi), mentre per l'ambiente di altre specie animali questo stesso tratto neanche esiste (non viene semplicemente ignorato: non c'è). Uexküll tenta di riutilizzare in questa accezione il termine Umwelt, che fino a quel momento era stato utilizzato per denotare i contesti storico-sociali degli umani (mutevoli secondo i tempi, non secondo la specie).
La posta in gioco del percorso di Uexküll è niente di meno che la comprensione del nesso tra biologia dei sapiens e struttura delle loro istituzioni storiche. Gli umani infatti mancano di una precisa Umwelt, perché al limite si può dire che ogni singolo umano ha una propria Umwelt. Stando a un esempio di Uexküll: una quercia sarà una cosa per la bambina che ci gioca, un'altra per il boscaiolo che la vuole abbattere. Anche se il biologo estone, nei suoi scritti meno "politici" (come Ambienti animali e ambienti umani), pare risolvere la questione in maniera piuttosto facilona (quella dei sapiens è una Umwelt potenziata, differenziata, ma pur sempre una Umwelt), non riesce a nascondere l'inquietudine che lo coglie al pensiero di questa destabilizzante differenziazione ambientale. Per rendere sicuro il mondo degli umani, dunque, è necessario un potere centrale particolarmente forte che si faccia carico di rappresentare in tutto e per tutto una Umwelt artificiale. È questo che Uexküll arriva a proporrre in volumi come Biologia teoretica e Staatsbiologie (Anatomie-Physiologie-Pathologie des Staates), ovvero Biologia dello stato (anatomia-fisiologia-patologia dello stato). L'istituzione statale deve configurarsi come un organismo completo, con una propria Umwelt e delle proprie componenti organiche (la famiglia, il popolo).
La soluzione di Uexküll al problema della mancanza di stabilità degli ambienti umani può risultare indigesta. Ma la partita, come spesso accade, si gioca proprio nell'accettazione del problema che l'autore designa, e che non è campato in aria. L'essere umano è un animale instabile che necessita di continue stabilizzazioni. Se a fornirgliele debba essere un potere centrale o meno è la posta in palio della sfida lanciata da Uexküll, così come dall'intera corrente dell'antropologia filosofica.
Marco Valisano
Recensioni di Jakob Johann von Uexküll
Del tutto comprensibilmente, abbiamo l'impressione che le specie viventi possano condividere un medesimo ambiente. Un albero è un albero, tanto per il picchio che martella quanto per le formiche che corrono sui rami. Ecco, brutalmente: non è così.